Vulci – nuovo ed importante polo turistico fra Canino e Montalto di Castro
Grazie alla presenza del Parco Archeologico Naturalistico di Vulci, uno dei parchi archeologici più belli ed importanti d’Italia, al Museo Archeologico Nazionale di Vulci al Castello dell’Abbadia, all’apertura delle bellissime Terme di Vulci, ai ristoranti storici come il Casale dell’Osteria ed Isolina specializzati nell’arte culinaria tipica maremmana, al bellissimo parco naturalistico del WWF, grazie anche alla disponibilità e la buona amministrazione del Comune di Canino e Montalto di Castro la zona è diventata un nuovo ed importante polo turistico.
Vulci, nuova nell’ambito turistico, offre una vasta rete di agriturismi, bed&breakfast e case vacanza capaci di ospitare un numero considerevole di persone e soddisfare ogni esigenza del cliente sia nel campo naturalistico che archeologico, gastronomico e salutare.
Territorio – città etrusca di Vulci
Resort Agriturismo Fonte Vulci si trova nel cuore della Maremma, al confine tra Toscana e Lazio, in un territorio intriso di storia etrusca. La struttura è a pochi chilometri dal suggestivo litorale maremmano e a soli cinque minuti dall’antica città di Vulci, oggi sede del Parco Archeologico Nazionale di Vulci.
Vulci, conosciuta nell’antichità con il nome etrusco Velx (o Velzna), fu una delle città-stato più importanti dell’Etruria marittima, con forte sviluppo commerciale e marinaro, e conserva ancora oggi resti etruschi e romani nonché imponenti necropoli con migliaia di tombe. Sorge su un vasto pianoro della Maremma laziale, a ridosso della Toscana. Immersa nella natura incontaminata, offre paesaggi naturalistici e architettonici straordinari, con vedute mozzafiato lungo i pendii del fiume Fiora, che si snoda attraverso il parco dentro un profondo canyon di rocce vulcaniche, scolpito artisticamente dall’incessante scorrere delle sue acque. Passando sotto il famoso Ponte della Badia, conosciuto anche come Ponte del Diavolo, il fiume forma una cascata che si riversa in un suggestivo laghetto, il celebre Lago di Pelicone.
Il territorio circostante è una terra tutt’oggi intatta: riserve naturali e parchi che incantano per la varietà degli ambienti, borghi medievali fortificati arroccati su spettacolari pareti rocciose, parchi archeologici e necropoli etrusche scavate nel tufo. Campi di grano e distese di oliveti si estendono a perdita d’occhio, mentre il sole illumina scorci di costa selvaggia. Tutto questo è Maremma, terra fertile, custode di una storia millenaria e di tradizioni antiche e fiere.
Resort Fonte Vulci – Agriturismo Ristorante
Resort Fonte Vulci – Agriturismo Ristorante, un oasi di benessere e relax collocato in uno dei luoghi più caratteristici della Maremma, dove natura incontaminata, massimo comfort ed esclusiva ospitalità si fondano in un modo unico e straordinario con la tradizione, storia e gusto creando un equilibrio perfetto tra passato e presente.
La costruzione dell’agriturismo, ispirata alle antiche case maremmane, è stata realizzata interamente con materiali tipici della zona, alcuni dei quali utilizzati fin dai tempi degli Etruschi: tufo, travertino, cotto fatto a mano, pietra di Santa Fiora, nenfro e molti altri.
Il parco circostante si estende per oltre 5 ettari ed è ideale per passeggiate e momenti di relax: offre splendide vedute di una natura selvaggia e incontaminata, con uliveti, frutteti, vigna, monumenti in tufo ispirati all’epoca etrusca e indimenticabili piscine, realizzate interamente in pietra di travertino e alimentate da acque naturali calde a 37 gradi.
Il Ristorante Fonte Vulci, aperto tutti i giorni a pranzo e a cena con menù alla carta, propone piatti ispirati all’antica cucina etrusca e alla tradizione gastronomica maremmana. (Leggi menù)
Le camere, ampie e luminose, dispongono di giardino privato, TV a schermo piatto, aria condizionata e riscaldamento, connessione Wi-Fi, minibar e bagno privato. Alcune offrono anche piccola vasca interna o piscina privata esterna.
Grazie alla collaborazione con il centro massaggi IMIRA di Iryna Ostapyuk a Montalto di Castro, è disponibile un servizio di massaggi in camera su prenotazione (Listino prezzi).
A Vulci vi attende un ambiente incontaminato, una terra fertile di storia, tradizione e sapori, abitata un tempo dagli Etruschi, custodi di cultura e di costumi sociali ancora oggi ammirati. Un nuovo paradiso terrestre tutto da scoprire.
Nei dintorni vi aspetta un mondo tutto da scoprire, tra monumenti archeologici, storici e paesaggistici di immensa bellezza: il Castello dell’Abbadia con il Museo Archeologico di Vulci, il suggestivo Ponte del Diavolo, il canyon del fiume Fiora, il Parco Naturalistico Archeologico di Vulci con il pittoresco lago del Pelicone, l’antica città di Castro, il litorale maremmano, il lago di Bolsena, Capalbio, Tuscania, Tarquinia, Sovana, Sorano, Pitigliano, Civita di Bagnoregio e molto altro ancora…
APERITIVI – BATTESIMI – COMPLEANNI – ANNIVERSARI – FESTE DI LAUREA
Ristorante Fonte Vulci
Cucina etrusca – maremmana
“Ricchi profumi, gustose pietanze, raffinati accostamenti alla cucina etrusca, genuini prodotti coltivati all’interno della nostra azienda – appellativi che distinguano l’alta qualità della nostra cucina.”
Iuppa Giuseppe – Cuoco Etrusco
Lasciatevi stupire dai gusti raffinati e profumi inebrianti delle spezie dimenticate da tempo, assaporate i nostri piatti, risultato di 30 anni di studi approfonditi e continue ricerche e fatevi trasportare ai tempi dei sontuosi banchetti dove veniva manifestato il massimo dell’arte culinaria etrusca.
Il fascino sorprendente di un popolo, quello etrusco che ci ha da sempre ispirati nella ricerca di un perfetto connubio per creare prelibatezze uniche da assaporare proprio nel cuore delle loro origini.
Aperto tutti i giorni dalle 12:45 -15.00 e 19.45 – 22.30
Giorni di chiusura martedì e mercoledì
Per prenotazioni: +39 338 1547636 (anche WhatsApp) o info@fontevulci.it
Zona termale fin dall’antichità – Le Terme di Vulci
Le acque termali sulfuree, che da millenni sgorgano spontanee dal sottosuolo a temperature fino a 42 gradi, sono una delle caratteristiche più affascinanti che contraddistinguono il territorio di Vulci. Già conosciute dagli Etruschi e molto apprezzate dai Romani per le loro proprietà benefiche, oggi, grazie alle splendide Terme di Vulci, rappresentano uno dei punti di forza per lo sviluppo turistico e territoriale di un’area già ricchissima dal punto di vista archeologico, naturalistico e gastronomico, a cui si aggiunge ora anche quello salutare.
L’utilizzo delle acque termali a Vulci, non solo per rilassarsi ma anche a scopo curativo, può essere considerato una vera e propria tradizione tramandata nei secoli, fin dai tempi etruschi e romani. Proprio sui Monti di Canino, dove nasce la fonte principale, essi realizzarono un autentico paradiso dell’acqua, tra ville, fontane, acquedotti e vasche.
Nella pianura di Vulci, immerse nel verde, si trovano ancora oggi alcune pozze naturali in cui l’acqua termale affiora spontaneamente. Questi luoghi, molto frequentati dalla gente del posto, custodiscono anche un patrimonio di racconti popolari: se si è fortunati, può capitare di ascoltare dagli anziani contadini maremmani storie affascinanti sulle sorgenti “magiche”, da sempre utilizzate per bagni rilassanti e per curare diversi disturbi. Le acque, infatti, sono tradizionalmente impiegate per alleviare il fuoco di Sant’Antonio, favorire la cicatrizzazione delle ferite e trattare numerose problematiche dermatologiche, dolori alla schiena, artrite, tendiniti e molto altro.
Oggi abbiamo la spiegazione scientifica di questi racconti sui grandi benefici delle acque di Vulci, dopo le analisi chimiche fatte, certificate dal Ministero della Salute, le acque termali di Vulci risultano tra le più curative d’Italia, efficienti per curare malattie artroreumatiche, dermatologiche e le flebopatie, posseggono sali minerali in abbondanza e risultano bicarbonate, solfate, calciate, fluorate, ferruginose, acidule e sono microbiologicamente pure sgorgando a più di 40° dalla terra.
Nel momento in cui arrivate alle Terme di Vulci vi accorgete che questo posto magico, incorniciato dalla natura, al confine fra Lazio e Toscana, è fermo nel tempo. Rilassatevi e lasciate che le acque calde naturali agiscano sul vostro corpo e la vostra anima.
Un magnifico specchio d’acqua con quattro grandi piscine in cui si passa da 42°C a 30°C, la prima “ferrosa” e le altre diverse nel colore ma non nelle proprietà benefiche. Con tre ulivi al centro della piscina principale, le pietre locali, il legno e le forme sinuose, le Terme si amalgamano esattamente col paesaggio circostante. Immergersi nell’acqua calda, guardando il panorama straordinario della Maremma, è un’esperienza inenarrabile.
Un viaggio nel tempo… tra leggende, natura e tradizioni
Butteri
Una delle tradizioni più importanti e celebri della Maremma è quella dei Butteri, uomini che hanno contribuito a creare il mito di questa terra. Il buttero è il pastore a cavallo, figura tipica della Maremma, considerato l’equivalente italiano del cowboy americano.
Era una presenza insostituibile nei grandi latifondi, dove pascolavano branchi di vacche maremmane dalle caratteristiche corna a lira e gruppi di cavalli allevati allo stato brado. Custode di antichi segreti tramandati di generazione in generazione, il buttero era l’unico, dopo il padrone, ad avere il diritto di montare a cavallo. Trascorreva le sue giornate in sella al fedele cavallo maremmano, dall’alba al tramonto, per seguire tutte le attività legate al governo del bestiame: controllare, contare, spostare e guidare le mandrie tra acquitrini e distese della Maremma. Ritmava le stagioni sfidando il freddo e la guazza, il sole cocente, la polvere e la fatica.
Il suo pasto, consumato prima di mezzogiorno, era semplice: una pagnotta con pane e cicoria. La sera, lontano da casa, trovava ristoro nella rapazzola, un pagliericcio improvvisato all’interno di una capanna costruita con rami e frasche di ginestra.
Dopo il boom economico e l’industrializzazione, la figura del Buttero è andata progressivamente scomparendo. Oggi il lavoro dei pochi butteri rimasti è molto cambiato, ma grazie all’impegno di alcune associazioni non si è estinto. Continuano infatti a praticare la Transumanza, la Merca (marchiatura) e la Doma dei puledri, custodendo e tramandando le antiche usanze e i segreti di questa terra. Le loro straordinarie doti di agilità, riflessi e forza si possono ammirare ancora oggi nei suggestivi spettacoli equestri: veri e propri riti dal fascino primordiale, che rievocano il tacito duello tra uomo e animale.
Sul Sentiero dei Briganti…
Uno dei flagelli che colpì la Maremma, oltre alla malaria, fu il brigantaggio: un fenomeno popolato da figure ancora oggi avvolte nell’ombra, nel mistero e nel mito. Il brigantaggio si affermò e si diffuse in Maremma fin dal XIV secolo.
A favorirne la crescita furono diversi fattori: il sostegno della popolazione, in particolare contadini e braccianti disoccupati, che vedevano nei briganti dei giustizieri pronti a riparare torti e ingiustizie; la connivenza di alcuni agrari che, pagando ai malfattori una sorta di “tassa sul brigantaggio”, si garantivano pace e protezione per le proprie terre; infine, l’ambiente stesso, costituito da fitte macchie impenetrabili che si estendevano dal mare fino alla Selva del Lamone e ai boschi di Latera, rifugi ideali per i briganti e labirinti inaccessibili per le forze dell’ordine.
Il fenomeno fu definitivamente debellato solo alla fine del XIX secolo: pochi briganti vennero catturati in vita, mentre molti preferirono cadere sotto il piombo dei carabinieri piuttosto che arrendersi.
Oggi il Sentiero dei Briganti rievoca quella storia. Si tratta di un itinerario di quasi cento chilometri che si snoda lungo sentieri polverosi e isolati, attraversando panorami suggestivi e ricchi di valore naturalistico, storico e archeologico dell’Alta Tuscia, in un paesaggio tra i più selvaggi e incontaminati d’Italia, al confine tra Umbria, Toscana e Lazio.
Il percorso unisce due Riserve naturali regionali (Monte Rufeno e Selva del Lamone), un’oasi WWF (Vulci), due laghi (Bolsena e Mezzano), due sistemi fluviali (Paglia e Fiora) e decine di aree archeologiche. Tutti legati da un unico filo conduttore: la leggenda dei briganti, entrati ormai a far parte dell’anima di questa terra “selvaggia, aspra e forte”.
LA MUSICA PERDUTA DEGLI ETRUSCHI
Venerdì 18 Settembre 2020 inizio ore 18.00
Ristorante Fonte Vulci, Loc. Monte dell’Oro, Canino
“La musica perduta degli Etruschi”, una serata speciale tra musica ed archeologia con il musicista Stefano Cocco Cantini, sassofonista jazz, e l’etruscologa Simona Rafanelli, direttrice del Museo Civico Archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia, che ci accompagneranno alla scoperta della musica e i suoni della civiltà etrusca, probabilmente la civiltà più “musicale” dell’antichità che per assurdo è rimasta per noi completamente “muta”.
Stefano “Cocco” Cantini suonerà così alcuni strumenti etruschi “dialogando” con la musica insieme a Simona Rafanelli che contestualmente racconterà il documentario di Riccardo Bicicchi.
Ingresso libero
A fine serata cena etrusca: € 35 a persona (bevande escluse)
Per info o prenotazioni: 333 4280818
CONVINUM: incontri simposiali fra gusto e cultura 2020
Resort Fonte Vulci in collaborazione con Dr. Carlo Casi, Direttore Scientifico del Parco Naturalistico Archeologico di Vulci, e rivista “Archeo” media partner presenta “Convinum: incontri simposiali fra gusto e cultura 2020” una seria di incontri a tema con relatori di importanza nazionale esperti in archeologia, storia, alimentazione ed enologia. Gli incontri si terranno al Ristorante Fonte Vulci a partire dal 03 Aprile 2020 fino a 31 Luglio 2020. Ogni incontro verrà accompagnato da una presentazione di cantina vinicola, degustazione guidata dei vini e visita al Museo del Vino e dell’Olio.
Programma:
03 Aprile 2020 “L’alimentazione degli Etruschi” Dr. Carlo Casi – Direttore Scientifico Parco Naturalistico Archeologico di Vulci e Dr. Andreas M. Steiner – Direttore delle riviste Archeo e Medioevo
23 Aprile 2020 “Gli Etruschi e il Vino” Dr.ssa G. Carlotta Cianferoni – Già direttrice Museo Archeologico Nazionale di Firenze
08 Maggio 2020 “Vulci e il commercio etrusco arcaico nel Mediterraneo” Dr.ssa Simona Carosi – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale
15 Maggio 2020 “La produzione del vino in epoca romana” Dr.ssa Mariagrazia Celuzza – Già direttrice Museo Archeologico e d’Arte della Maremma, Grosseto
12 Giugno 2020 “Il Primo Vino” Prof. Marco Pacciarelli – Professore ordinario di Preistoria e Protostoria Università “Federico II” di Napoli
26 Giugno 2020 “Etruschi. L’ideale eroico e il vino lucente” Dr. Alessandro Mandolesi – Direttore Scientifico del Sistema Museale di Montelupo Fiorentino
10 Luglio 2020 “Storia dell’Olio” Prof. Sergio Grasso – Antropologo alimentare, conduttore televisivo
31 Luglio 2020 “La Chiesa ed il Vino” Dr. Luciano Frazzoni – Zetema Roma
L’iniziativa è patrocinata da Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale e Parco Naturalistico Archeologico di Vulci.
Covid-19: Data la situazione dell’emergenza causata da corona virus l’incontri Convinum 2020 verranno rimandati a data da definirsi, nonostante la pubblicazione del programma su alcuni giornali e riviste nazionali come Archeo ed altri.
Siamo molto dispiaciuti per aver dovuto disdire tutte le numerose prenotazioni che ci sono arrivate, speriamo che le circostanze ci permettono di riprogrammare l’evento il prima possibile.
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RESORT FONTE VULCI
Vulci, Loc. Monte dell'Oro, snc
01011 Canino (VT)
+39 338 1547636













